Carissimi compagni di (dis)avventure, ieri abbiamo lasciato i nostri eroi (Moi, GengisKhan, MatildaSeiMitica e la, non ancora nominata, Innominata-WinnieThePooh) alle porte di una fantomatica “citta’ in miniatura” (anche se…non esattamente quella che stavano cercando di raggiungere, bensi’ un’altra). Oggi, come promesso, cerchero’ di raffazzonare un racconto relativo a quel che avvenne in seguito.
[casomai vi trovaste a leggere questo articolo senza aver letto la prima parte. Ed in quel caso, caso mai abbiate voglia di capire di che cosa io stia parlando… cliccate qui: qui ]
(Tornando a noi…ebbene, so benissimo che siete malfidenti e che vi aspettate una bidonata colossale!)
Devo ammettere, in effetti, che anche noi, giunti a quel punto, non sapevamo proprio cosa avremmo dovuto aspettarci. Ovviamente il nome di quel posto era assai curioso: “Gnomesville”… (Bah!). Quante probabilita’ avrebbero potuto esserci che vi abitassero effettivamente degli gnomi? (Nessuna). Alcuni ormai, privi di fede, e subodorando il potenziale pacco che quella giornata stava correndo il rischio di riservarci, avevano gia’ iniziato (riferendosi alla mia persona) ad inneggiare ad un “prendiamola di peso, appendiamola al cartello di Gnomesville e bruciamola viva”. In realta’, faceva talmente caldo che non avrebbero dovuto nemmeno sprecare il gas degli accendini o affaticarsi per procurarsi i legnetti per la pira, sarebbe bastato lasciarmi la’ al sole una decina di minuti ed attendere pazientemente l’autocombustione delle mie carni. Io nemmeno, invero, a quel punto della mia esistenza, sarei stata in grado di predire quale sarebbe stata la mia sorte. Non avevo la piu’ pallida idea di dove fossimo, di cosa fosse Gnomesville ( e a dire il vero non avevo ben capito nemmeno come avessimo fatto ad arrivare la’). Nella migliore delle ipotesi, pensavo, potevam stare per ritrovarci in una specie di villaggio arcobaleno abitato interamente da persone con nanismo che, magari, per amor di folklore, camminavano saltellando con una pentola d’oro sottobraccio. (Anche se, in effetti, non mi pareva esattamente etico servirsi dei nani come di un’attrazione turistica… pero’, del resto, da una razza che, per amor di DioBusiness, cerca di domar le tigri, che mette i tutu’ alle scimmie e che porta i chiwawa in borsetta, ci si puo’ aspettar questo ed altro).
[Vista la mia statura comunque, l’idea del “ghetto di nani” non mi dispiaceva granche’, sarebbe stato bello, almeno una volta nella vita pensare di sentirmi alta e, forse, avrei potuto persino chiedere cittadinanza. Magari per ottenerla era necessario rispettare precisi standard di bassezza a cui io avrei potuto aderire, chissa’…]
Nella peggiore ( piu’ probabile ) delle ipotesi, comunque, “Gnomesville” era un nome scelto quasi-totalmente a caso e che nulla aveva a che fare con gli gnomi e tantomeno con arcobaleni, nani, pentole d’oro o pocket-chiwawa.
[Del resto, a pensarci bene, sarebbe un po’ come se uno andasse nella citta’ di Abbiategrasso con la pretesa di trovarla abitata esclusivamente da pazienti del Dottor Nowzaradan ( e devo smetterla di nominarlo perche’ ogni volta mi tocca cercare su Google come scrivere il suo cognome. Ma proseguiamo…)]
Presa visione del primo Cartello recitante: “Gnomesville” proseguiamo per altri 200m sino a che circumnavighiamo l’isola di una rotatoria seguendo il cartello che ci indica “per Gnomesville a Destra” . ( E tenente bene a mente la rotatoria perche’ sara’ importante!).

Crocodille Dunee il buonUomo (alla fin della fiera non ci aveva mentito: i cartelli c’erano… 200km piu’ avanti del previsto… ma c’erano!)
Una volta svoltato ci troviamo immediatamente buttati su di in una strada sterrata (come da immagine)

La Strada per Gnomesville
Dopo un “dove Acciderboli stiamo andando a finire” corale; stremati, andiamo ormai avanti per inerzia, sospiti, da un sempre piu’ infausto sentore misto ad un dilagante moto di sconforto. Man mano che avanziamo, il sentiero si fa sempre piu’ stretto. Al nostro passaggio i rami ci danno il benvenuto raschiando la carrezzoria delle portiere. Ci siamo solo noi e l’impressione di essere ormai lontani da ogni traccia di civilta’. Poi all’improvviso appare, vorrei dirvi ” come un faro nella notte”, ma mentirei.
Quindi, per rendere l’idea…Cercate di immergvevi del tutto nell’atmosfera: immaginate di essere la’ con noi, son 3h che guidate tra deserto e cespugli, ora siete dispersi in un bosco nel no-where e… all’improvviso al lato della strada vedete comparire un cartello con una scritta rosso sangue: “Turn right for Gnomesville”.
E di fianco al cartello c’e’ questo:

Il signore delle Gomsche
Bellino, nevvero?
INCORAGGIANTE!
Altro che arcobaleni e pentole d’oro! Se d’una comunita’ di nani si fosse trattato, dovevano esser senza dubbio Nani-impalatori!
Sempre in virtu’ di quel principio logico-cognitivo “validissimo” secondo il quale: “siamo in ballo, ordunque: balliamo”… Balliamo e ignoriamo quello che avrebbe potuto essere un solenne avvertimento, ignoriamo anche quella gocciolina di sudore freddo che quella visione c’avrebbe fatto colare lungo la schiena se solo i 50 gradi d’afa non l’avessero fatta asciugare subitanea e… proseguiamo. (Del resto, finite le Pringles alla paprika, ormai, la morte sembrava essere la migliore delle ipotesi). Curva a destra e curva a sinitra, i sassi appuntiti scricchiolavano sotto le ruote e noi speravamo vivamente di non bucarle proprio la’, considerato che con larga probabilita’ eravamo nei pressi di una tribu’ di nani-selvaggi-cacciatori-di-teste magari cannibali. Con la carrozzeria della macchina ormai grattuaggiata piu’ di una forma di parmigiano da 30mesi ad una sagra del parmigiano grattuggiato…d’improvviso…
CIVILITA’!
UN PARCHEGGIO!
E c’erano un sacco di
MACCHINE…e persone…
VIVE!

(immagine non mia )Io ero troppo emozionata per fare foto al parcheggio.
A quel punto che non fossero nani saltellanti o che non vi fosse traccia di arcobaleni aveva perso importanza, dal momento che, con immenso sollievo potevamo constatare che le teste di quelle persone erano esattamente dove ci si sarebbe aspettati che fossero: attaccate al collo. Parcheggiamo, ed io ( forse come avrebbe fatto un pesce nella rete, consapevole del proprio destino) scendo dalla macchina con un colpo di coda (la mia ultima botta di vita prima dell’inevitabile fine)facendo una specie di piroetta fluttuante, sfoggio il mio miglior sorriso a 78 denti ed esclamo “et voila’, Ecco a voi Gnomesville!”… indicando il parcheggio e sperando di distrarre l’altrui attenzione dal fatto che pareva essere fine a se stesso. Non sembravano esserci vie che portassero da nessuna parte e purtroppo tosto gli altri lo notarono. Poi una bambina cicciottella mi sfila davanti, mi passa di fianco e tirandomi una specie di gomitata per farsi largo, si infila tra i cespugli dietro di me e scompare. Forse non era una bambina! Forse era una nana! Amici seguiamola! Io mi butto tra i cespugli all’inseguimento della nana-bionda e gli altri ( piu’ che altro per recuperarmi ) mi seguono. E finalmente *musica tintinnanteeeee e flautiiiiiiiiii*
Un ponte
- per GNOMESVILLE!!!!!!!
- Ponte per accedere alla citta’ di Gnomesville
E lì, proprio Veniamo accolti da almeno una dozzina diiii……
gnomi da giardino!!!
Iniziamo a camminare nel bosco e gli gnomi iniziano a diventare sempre di piu’, 20, 50, 100…
5000!
E sono ovunque!
Hanno tracciato dei piccoli sentieri delimitati da assi di legno e camminando per il bosco incappi in tanti piccoli quartieri pieni di gnomi,gnomi, gnomi…gnomi!
[Galleria con foto di gnomi]
[C’e’ il Gnomospedale, la gnomoprigione, c’e’ la squadra di rugby di di gnomesville, gli Gnomopompieri, l’area fumagnoRi,la gnomopolizia, lo gnomocimitero! Poi c’e’ lo gnomo Gnudista! Lo gnomo Ninja, lo gnomo astronauta…. Insomma, gnomi a perdita d’occhio!]
Ebbene si’, Gnomesville effettivamente e’ una citta’ interamente abitata da gnomi da giardino! E conta ben 5000 cittadini ma la popolazione e’ sempre in crescita. E’ semi-impossibile fare un censimento accurato perche’ i turisti sovente, portano con se nani da giardino e li lasciano tra i loro simili. Com’e’ nata Gnomesville?
La leggenda
…narra che c’era uno gnomo che si era perso nella notte. Era troppo buio per vedere chiarmaente il sentiero e lui seguiva la strada e vagava, vagava… gli sembrava di non arrivare mai. Si accorse solo alle prime luci dell’alba che stava camminando in circolo perche’ gli umani, a sua insaputa quel giorno, avevano iniziato a costruire una rotonda sulla strada che talvolta era solito percorre. Cosi’, stanco, si mise al centro della rotonda a riposare. Dopo un po’ penso’ che quello fosse un bel posto dove vivere e altri gnomi Arrivarono. Peccato che la comunita’ era ormai divenuta troppo grossa, allora decisero di spostarsi nel bochetto vicino e la’ si espansero, cosi’ fondarono una vera e propria citta’ e li’ iniziarono a nascere un ospedale, una stazione di polizia, un parco giochi etc…
La realta’
Gnomesville e’ una citta’ recente, non avra’ piu’ di una decina d’anni. Nel luogo in cui ora sorge la rotatoria un tempo c’era un incrocio a T che dalla comunita’ di Ferguson Valley veniva considerato un “dangerous Azard”. Cosi’ il consiglio cittadino spinse per la costruzione di una rotatoria. A meta’ dei lavori, accadde che una mattina gli operai andarono a lavoro e trovarono sul lato della strada un nano da giardino che li fissava. Era la’ per sorvegliare che facessero bene il lavoro. Non si sa chi lo abbia messo la’ ma quel che e’ certo e’ che i giorni successivi ne comparvero altri, ed altri ancora. Alla fine divennero cosi’ tanti che si decise di creare, nel boschetto vicino, una piccola citta’ tutta per loro, cosi’ li trasferino e nacque Gnomesville, grazie alla fantasia della popolazione locale unitamente a turisti da tutto il mondo, sono state costruite le case, le strutture…e un sacco di gnomi continuano ad arrivare giorno dopo giorno…in una città in continua espansione.

“oggi Gnomesville, Domani il mondo” (cit. Gnomo Conquistadores)
Finisce cosi’ la nostra avventura con un FANTABOLICO HAPPY ENDING tra i nani da giardino!!
[ checche’ ne pensiate voi secondo me era un posto bello sul serio! Io saltellavo di gnomo in gnomo, solo un po’ affranta di non aver portato con me nessuno gnomo da lasciare la’, ma decisamente entusiasta perche’, benche’ troppo alta per chiedere la cittadinanza, potevo ancora godere del privilegio di essere viva ( pur senza pingles alla paprika) e di avere una testa ancora attaccata al collo ( si fa per dire ). Mica capita a tutti di vedere un bosco pieno di nani!]
Per concludere… e’ vero: Bisogna perdersi, per arrivare a Gnomesville!